Edizione 2008: prefazione Ente Parco Gran Paradiso

Nulla di più bello se un bel piatto è anche spunto fabulatorio.
Tra fate, giganti, principi e carestie, luoghi ed esseri fantastici, quanto abbiamo sulla tavola tutti i giorni diviene oggetto di desiderio o elemento di contesa, spingendoci a riflettere sulla realtà del lavoro, del destino, della fortuna. Da dove arriva l’umile insalata che ci serviamo nel piatto? Quanto lavoro v’è dietro le sue foglie, quanta fatica ha comportato per chi l’ha seminata, curata, difesa? Possiamo immaginare lo sgomento di chi si trova il piatto vuoto di fronte allo sguardo interrogativo dei propri bambini?

Non è inquietante verificare come il cambiamento climatico generi effetti sulla crisi alimentare e sulle migrazioni? E’ così difficile tentare di comprendere chi lascia il proprio paese minacciato dalla desertificazione per approdare su lidi dove si vive meglio? Risposte non sempre facili, problemi complessi. Pensieri indotti da favole.

Ma la nutrizione non è solo una necessità fondamentale per la nostra esistenza. E’ straordinario verificare come il bisogno di introdurre nel nostro corpo risorse energetiche per il suo funzionamento, conosca una così grande varietà di espressione, divenendo a seconda dei luoghi, delle genti, del tempo, una tipica componente culturale.

Non ci deve quindi stupire che il cibo possa divenire elemento tipico della tradizione locale, espressione della biodiversità, stile di vita, manifestazione politica, scelta culturale e che ogni territorio scelga di connotarsi con la sua gastronomia, che, assumendo rilevanza economica, introduce un atout di distinzione turistica.
Spesso il cibo diviene elemento narrativo; innumerevoli sono gli esempi, tra epoche e generi diversi: dal Satyricon al Decameron, da Gargantua a Montalban.

Grazie agli Amici dell’Associazione “’L Péilacan” e a tutti gli autori de “Una fiaba per la montagna” per averci spinti a riflettere, per averci deliziati con l’antipasto del loro entusiasmo, il primo del lavoro che sta dietro a questa manifestazione, la pietanza della generosità ed il frutto della fantasia.

Il Presidente
Giovanni Picco

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