Edizione 2005: Daniela Ceccarelli

Credo che l’ingrediente fondamentale che permetta ad un atleta di compiere un’impresa magica, sia la capacità di sapersi abbandonare alle sensazioni del momento: ritrovando il feeling con il proprio istinto, tornando all’essenziale. E niente, nella vita, quanto la montagna, mi ha insegnato a saper ”staccare la spina”.

Ad esempio, il giorno prima della mia vittoria, ho voluto prendermi una pausa giocosa che allentasse la pressione che mi portavo dentro dal mio arrivo negli States. Poiché attorno alla nostra villetta in Woolf Creek ci capitava spesso di sera di vedere alci, coyote e qualche volpe, così quel pomeriggio, io e la mia compagna di squadra Lucia Recchia abbiamo pensato di farci una passeggiata per andare a vedere dove le alci si nascondessero durante il giorno.

Meta dell’escursione era una valletta, apparentemente non molto distante, nascosta dietro un monte. La salita ci era stata facilitata da un resistente strato di neve e la discesa in un primo momento ci aveva permesso di scatenarci come bambine, con tuffi e capriole. Ma, sulla via del ritorno, la neve si rivelò una trappola nella quale affondavamo fino alle anche e procedendo a stento riuscimmo a rientrare in tarda serata, sfinite, senza aver visto l’ombra di un alce!

Dopo una notte senza sogni, del mattino seguente, mi rimane solo un insieme confuso di ricordi. La ricognizione del Super G. è stata quasi più estenuante della gara: volevo imprimere nella testa ogni porta di quel tracciato che si rivelava insidioso sin dalle prime curve, aventi le stesse caratteristiche tecniche che mi avevano permesso di raggiungere il mio primo podio a Sant Morritz.

A questo pensiero mi sono aggrappata fino al momento della partenza e poi… il silenzio: ho visto partire Karen Putzer che ha condotto le prime curve come mai l’avevo vista fare prima, così ho pensato che per esserle davanti avrei dovuto “staccare nuovamente la spina” e riconcentrarmi sul feeling con il tracciato e la neve come fossi in uno dei miei allenamenti e non all’appuntamento più importante della mia vita.

Dopo aver ricevuto le ultime indicazioni via radio, ho tolto un guanto per toccare quella neve così diversa da quella europea e così ostile nei giorni precedenti, con la speranza di farmela amica e alleata. Dopo la partenza ricordo solo una danza lungo una traiettoria immaginaria, a volte più guidata dall’istinto che dalla memoria dei passaggi.

All’arrivo non ero riuscita ad interpretare il boato della folla né l’entusiasmo delle mie compagne, perché non riuscivo a vedere proprio quell’ “ 1” che mi dava in testa alla gara! Quando finalmente ho capito, più nulla mi ha preoccupata, perché sapendo di aver dato tutto, niente avrebbe offuscato la gioia di quel giorno.

E’ stato tutto come vivere il sogno di una vita: il traguardo, l’abbraccio commosso del mio skiman, gli occhi lucidi dei miei allenatori, e le mie compagne che mi issavano sulle spalle.

Subito ho avuto la certezza che a gioire con me ci fosse anche il mio primo e più importante allenatore che mi ha insegnato ad amare lo sci con tutti i suoi sacrifici e la montagna in senso lato, più che l’ambizione del risultato fine a se stesso. Da dopo la sua morte, avvenuta nell’estate precedente alle Olimpiadi, ho avuto un periodo di sconforto ed è stato proprio durante le lunghe giornate in montagna, che ho poi ricominciato a riascoltare l’eco dei suoi insegnamenti che mi accompagneranno per sempre.

Quella che ho versato in ricordo del Tony durante la conferenza stampa, è stata l’unica lacrima della giornata. Tra i miei ricordi olimpici c’è anche quello di Deborah Compagnoni che mi ha telefonato al parterre di arrivo chiedendomi come mi sentissi. Le dissi che ero frastornata, confusa e che mi riecheggiavano ancora nella testa le sensazioni vivide della mia discesa in ogni passaggio e in ogni curva. Lei mi rispose: “Bene, tienile sempre a mente perché sarà proprio il ricordo di quelle sensazioni che ti permetterà, se vorrai,un giorno di rivivere lo stesso momento magico”.

Daniela Ceccarelli

Medaglia d’oro olimpica in Super Gigante
Salt Lake City 2002

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.