Rosmarina

C’erano una volta un Re e una Regina che non avevano figli.
Un giorno, passeggiando nell’orto, la Regina vide una pianta di rosmarino con tante piantine figlie intorno. E disse tristemente: “Guarda un po’: quella lì che è una pianta di rosmarino ha tanti figlioli, e io che sono Regina non ne ho neanche uno!”.
Dopo nove mesi la Regina diventò mamma.
Ma quando fu il momento della nascita, non nacque un bambino, ma una pianta di rosmarino!
La Regina non si scompose, la piantò in un bel vaso e tutti i giorni l’annaffiava col latte.
Dopo qualche tempo, venne a trovarli il Re di Spagna, loro nipote, e chiese: “Cara zia, che cos’è questa pianta?”.
La zia gli rispose: “Nipote caro, è mia figlia, e io l’annaffio quattro volte al giorno con latte per farla crescere sana e forte”.
Al nipote questa pianta piaceva moltissimo e così pensò di rapirla. Una notte la prese con tutto il suo vaso e la portò sulla sua nave. Comprò una capra che facesse il latte necessario per innaffiarla tutti i giorni e fece levare le ancore. Ogni giorno mungeva la capra e dava il latte alla pianta di rosmarino.
Appena sbarcò nella sua città in Spagna, la fece piantare nel suo bel giardino.
Tutti i giorni il Re di Spagna andava a trovare la sua pianta di rosmarino e, visto che lui era molto bravo a suonare lo zufolo e questo era il suo strumento preferito, suonava per la sua pianta.
Una sera, mentre suonava beato, tra le fronde del rosmarino comparve una bella fanciulla dai lunghi capelli biondi e si mise a danzare accanto a lui.
“Da dove venite, bella fanciulla?” chiese il Re
“Dalla vostra pianta di rosmarino” rispose la fanciulla.
Come il Re smise di suonare, la fanciulla smise di danzare e tornò tra le fronde del rosmarino. E non si vide più.
Da quel giorno il Re sbrigava il più in fretta possibile gli affari di Stato e poi correva in giardino col suo zufolo e suonava alla pianta di rosmarino. E dalle fronde della pianta usciva la bella fanciulla, e insieme ballavano e suonavano, tenendosi per mano. Il Re di Spagna chiamò la fanciulla Rosmarina, perché usciva dalla pianta di rosmarino.
Ma un brutto giorno scoppiò una guerra e il Re dovette partire.
Prima di lasciare il suo regno, disse alla fanciulla: “Rosmarina mia, non uscire dalla tua pianta fin quando non sarò tornato. Quando tornerò suonerò sullo zufolo tre note, e allora tu saprai che sono tornato, uscirai e staremo di nuovo insieme”.
Poi il Re chiamò il giardiniere e gli disse che la pianta di rosmarino andava innaffiata con il latte di capra quattro volte al giorno. “Se al mio ritorno la troverò avvizzita, ti farò decapitare”.
Detto questo, partì per la guerra.
Bisogna sapere che il Re di Spagna aveva tre sorelle, tre ragazze molto curiose e molto gelose, che da un pezzo si chiedevano cosa facesse il loro fratello per tante ore in giardino con lo zufolo. Così, quando lo videro partire per la guerra, presero lo zufolo che lui aveva lasciato al castello e andarono in giardino.
La più grande provò a suonarlo, ma non era capace, e le uscì una sola nota.
La seconda glielo strappò di mano e ci soffiò dentro e così uscì una seconda nota. La sorella più piccina, per non essere da meno, a sua volta suonò una nota con lo zufolo del fratello.
Sentendo le tre note e pensando che il Re fosse tornato, Rosmarina saltò fuori felice dalle fronde del rosmarino.
Al vederla, le tre sorelle esclamarono: “Ah! Ora capiamo perché nostro fratello veniva sempre a suonare in giardino!”. E accecate dalla gelosia, acciuffarono la fanciulla e gliele diedero di santa ragione.
La meschina, più morta che viva, scappò tra le fronde del suo rosmarino e sparì.
Dopo un poco arrivò il giardiniere trovò la pianta tutta avvizzita, con le foglie ingiallite e flosce.
“Oh, povero me!” pensò “Come farò quando il Re tornerà al castello e vedrà cosa è successo alla sua amata pianta?”.
Corse a casa disse alla moglie: “Addio cara, devo scappare, innaffia tu la pianta di rosmarino col latte di capra”. Poi uscì in strada e fuggì.
Il giardiniere camminò per giorni interi per la campagna.
Una sera si ritrovò in un bosco scuro e per paura di incontrare bestie feroci s’arrampicò sopra un albero per passarvi la notte.
A mezzanotte, proprio sotto quell’albero, si erano dati appuntamento una Mamma-draga e un Papà-drago.
E il giardiniere vedendoli arrivare si spaventò tantissimo e quasi non osava respirare per non farsi sentire da quei due mostri sotto la pianta! Rannicchiato tra i rami, rabbrividiva a sentire i loro sbuffi.
Ma ascoltò comunque quello che i due si dicevano.
“Che si dice di nuovo in giro?” chiese la Mamma-draga al Papà-drago.
“E che vuoi che ci sia? Nessuna novità” disse il Papà-drago
“Che noioso che sei! Non riesci mai raccontarmi niente di nuovo!” rispose Mamma-draga
“Ah sì, una novità ce l’ho da raccontarti: la pianta di rosmarino del Re di Spagna è avvizzita” disse il Papà-drago
“E come è successo?” chiese Mamma-draga
“E’ andata che il Re di Spagna è in guerra e quelle tre gelose delle sue sorelle si sono messe a suonare il suo zufolo. Dal rosmarino è uscita la ragazza incantata, e le sorelle l’hanno picchiata, lasciandola più morta che viva. Così ora la pianta sta appassendo” raccontò il Papà-drago
“E non c’è modo di salvarla?” chiese la Mamma-draga
“Un modo ci sarebbe…” mormorò il Papà-drago
“E perché non me lo dici?” sbottò la Mamma-draga
“Ci son cose che non si possono dire: anche gli alberi hanno occhi e orecchi” mormorò il Papà-drago
“Ma piantala! Non dire stupidaggini! Chi vuoi che ti senta in mezzo al bosco!” disse la Mamma-draga che iniziava a spazientirsi.
“Va bene, non ti arrabbiare! Come sei suscettibile! Ti dirò questo segreto: per salvare la pianta di rosmarino, bisognerebbe prendere un po’ del mio sangue e un po’ del tuo grasso e bollirli insieme in una pentola. Poi bisognerebbe ungere tutta la pianta di rosmarino con il composto ottenuto. La pianta seccherà del tutto, ma la ragazza ne uscirà fuori sana e salva” raccontò il Papà-drago.
I due draghi chiacchierarono ancora per un poco e poi si addormentarono sotto l’albero.
Il giardiniere, che aveva sentito tutto quel discorso, era emozionantissimo: ora sapeva come poteva salvare la fanciulla! Forse avrebbe potuto aver salva la testa!
Così, non appena sentì il Papà-drago. e la Mamma–draga russare forte, staccò dall’albero un ramo nodoso, scese dalla pianta e con due colpi ben assestati li mandò all’altro mondo. Poi prese un po’ di sangue e un po’ di grasso dai due bestioni e corse a casa.
Svegliò la moglie e le disse: “Presto, fa’ bollire questa roba!”.
Quando la pozione fu pronta, unse il rosmarino rametto per rametto.
La ragazza uscì dalle fronde e il rosmarino seccò.
Il giardiniere prese la fanciulla per mano e la portò a casa sua, la mise a letto e le diede un bel brodo caldo.
Quando la guerra finì e il Re tornò al castello, per prima cosa si recò in giardino con il suo zufolo in mano.
Suonò tre note, ma non successe nulla.
Ne suonò altre tre, ma niente!
Allora si avvicinò al rosmarino e si accorse che era morto!
Arrabiatissimo, corse alla casa del giardiniere.
“Sciagurato! Che hai fatto alla mia pianta di rosmarino? Sarai decapitato oggi stesso” gridò.
“Maestà, si calmi” disse il giardiniere “Entri un attimo in casa e le farò vedere una bella cosa!”.
“Bella cosa un corno!” sbraitò il Re di Spagna “Ho detto che sarai decapitato oggi stesso!”.
“Entri soltanto un momento, Sire, e poi faccia di me quello che vuole!” lo supplicò il povero giardiniere.
Il Re finalmente si decise, entrò in casa e trovò Rosmarina coricata nel letto, perché era ancora convalescente.
La fanciulla alzò il capo e gli disse, con i lacrimoni agli occhi:
“Le tue sorelle gelose m’hanno picchiato e il povero giardiniere mi ha salvato la vita!”.
Il Re pieno di felicità per aver ritrovato Rosmarina e di riconoscenza per il giardiniere che l’aveva salvata, era invece furente con le tre cattive sorelle che fece rinchiudere in prigione per qualche mese, perché imparassero a essere meno gelose!
Non appena Rosmarina si fu ristabilita, volle sposarla, e scrisse al Re suo zio che il rosmarino da lui rapito era diventato una giovane bellissima che stava per diventare sua moglie. Il Re di Spagna lo invitava alle nozze insieme alla Regina. Gli zii, che erano ancora disperati non sapendo più nulla della loro adorata pianta, furono felicissimi di sapere che non solo stava bene, ma si era trasformata in una bella ragazza e che si stava per sposare!
Si misero subito in viaggio e quando la loro nave arrivò al porto, Rosmarina era già lì ad aspettare i suoi genitori.
Fu celebrato il matrimonio e il banchetto aveva una tavola così lunga che attraversava tutta la Spagna!

Fiaba della tradizione siciliana narrata nel volume primo di “Fiabe novelle e racconti popolari siciliani” di Giuseppe Pitrè

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