Enrico Camanni
Verso un nuovo mattino
Ed. LATERZA, 2018
“La montagna è la mia trasgressione, il modo più fantastico per fottere il sistema.”
“La luce filtra nella macchia mediterranea, finché la notte ci prende con una carezza profumata. Vorrei restare qui per sempre a scalare con gli amici e l’odore di mare. Invece bisogna sempre ricominciare.”
Montagna e Rivoluzione.
Ha origine negli anni ’70 il movimento chiamato il Nuovo Mattino: il suo creatore Gian Piero Motti è una persona particolare, giovane di estrazione borghese, colto, scrittore dalla penna acre e con una passione indomita per le scalate in montagna.
Ma la nuova “idea” di salita ai monti condizionerà un‘intera generazione: il vento del sessantotto spira voluminoso e vengono messe in discussione le idee conservatrici di un certo alpinismo torinese; dopo l’articolo del 1972 “I Falliti” si fa strada una concezione più libera della montagna… è quasi una filosofia epica che si ispira alle arrampicate in terra californiana e non ha regole vincolanti. Non è necessario avere scarponi chiodati ai piedi, sono sufficienti jeans e maglietta e la “vetta” non è la meta assoluta da raggiungere… nell’immagine di Motti è come se le cime delle montagne venissero sforbiciate.
Nascono così nuovi territori inesplorati e solitamente schivati dagli scalatori più esperti: si creano moderne vie sulle falesie piemontesi delle Valli dell’Orco (il Caporal) e percorsi che hanno sapore di leggenda (Itaca nel sole).
Il libro di Camanni racconta la storia di un credo, ma come solitamente succede nelle utopie anch’esso conosce molte tragedie e una malinconica fine. Accanto alle vicende dei personaggi protagonisti (Grassi, Galante, Rossa, Bernardi) vi sono testimonianze dirette e ricordi personali: la storia d’Italia scorre con le sue contraddizioni il terrorismo, gli anni ’80, Falcone e Borsellino, la Seconda Repubblica poi Berlusconi… fino ai nostri giorni.
Lo scontro avviene con l’inevitabile nuovo potere dell’economia globale: dall’arrampicata libera si passa al mercato dello sport, le scalate sulla roccia diventano affare di tutti e la nuova democrazia della montagna è un’invasione di chiodi e nastri colorati… ora ciascuno prova a salire immortalandosi con gioia sulle pagine del web.
Ma l’autore è anche un professionista della carta stampata e nel testo trovano spazio alcune pagine amare e un po’disilluse sulla sua professione che non esiste più.
Esistono ricette e rimedi? Sì, qualche vecchio giornale e un po’ di autoironia.
Enrico Camanni è alpinista e giornalista di Torino. Nato nel 1957 ha collaborato per molti anni con la “Rivista della montagna”, in seguito ha fondato e diretto il mensile di cultura alpinistica “Alp”, oggi collabora con La Stampa. Tra le numerose pubblicazioni e un’attività quarantennale, si fa largo anche la narrativa con il romanzo La guerra di Joseph e altri libri dedicati alla storia patria e ai monti. Si è dedicato inoltre a progetti scientifici per Il Museo delle Alpi al Forte di Bard e il Museo interattivo al Forte di Vinadio.