Chi ha visto il guardiano dei porci?

E lo trovò seduto dinanzi alla casa, ove eccelso
era costrutto un recinto, spazioso, elegante, isolato,
in uno spiazzo aperto da tutte le bande.
Il porcaro stesso l’avea costrutto, quando era partito il signore,…

Odissea, capitolo XIV

Quando Ulisse torna a Itaca, si traveste da mendicante e si reca da Eumeo, il suo guardiano dei porci: l’uomo ha un allevamento con decine di capi e se occupa con molta cura. È un uomo ancora devoto all’antico padrone che crede morto, ma è soprattutto una persona assennata… Egli rispetta il dovere dell’ospitalità, accoglie lo straniero, gli offre il suo povero giaciglio e lo nutre con la carne dei suoi animali.

Proseguendo lungo i sentieri di un viaggio immaginario ritroviamo la figura del custode dei maiali anche in epoche più recenti…

La fiaba di Hans Christian Andersen

A Odense, in Danimarca, sorge la piccola casa gialla di Andersen: il quartiere era, un tempo, il più povero della città. Lo scrittore, autore di fiabe bellissime, prima di diventare celebre si era dedicato ai lavori più umili, coltivava la passione per gli oggetti quotidiani (il padre era ciabattino) e ritagliava con le forbici le figure di carta che animavano i mondi creati dalla sua fantasia…

Il guardiano dei porci inizia con il principe povero di un piccolo regno che desidera sposarsi ma si chiede dove trovare il coraggio per chiedere la mano alla figlia dell’imperatore, avendo così poche risorse da offrirle. Comincia con il donarle una rosa: la più bella e profumata dell’universo, ma la principessa disdegna un simile regalo, non le interessa e dice anzi che l’avrebbe preferita finta. Le viene offerto altresì un usignolo, dal canto melodioso ma anche questo dono viene rifiutato.

Allora il principe si traveste da mendico e chiede lavoro al castello, dove viene assunto come guardiano reale dei porci. Qui crea, grazie alla sua inventiva, un marchingegno con una vecchia pentola di latta: bollendo, l’aggeggio fa tintinnare una serie di campanelli che compongono una melodia.

La giovane principessa è attratta dal curioso oggetto e lo desidera a tutti i costi… così il porcaro le chiede in cambio dieci baci. E la donna accetta con disgusto pur di avere la pentola “musicale”… E così avviene con un’altra invenzione, una raganella di legno che suona valzer e polche; questa volta i baci richiesti sono cento.

Finché, una volta scoperti dall’imperatore, i due giovani vengono cacciati dal regno… e qui la fiaba potrebbe anche finir bene se non l’avesse scritta Andersen.

Il principe povero si chiederà se davvero vale la pena di dedicarsi a una donna tanto superficiale da non accettare i doni dell’amore ma preferire sciocchi giocattoli per soddisfare un temperamento capriccioso…

I compromessi non piacciono al giovane principe.

La cinematografia

Al cinema il guardiano dei porci non ha avuto una grande fortuna, se non per piccoli ruoli o storie complementari: basti ricordare il tentativo di Walt Disney con Taron e la pentola magica, un cartone animato fantasy del 1985 dalle atmosfere forse troppo cupe e inquietanti…

Anche C’era una volta, opera del grande regista danese Carl Theodor Dreyer, ebbe un notevole successo in patria ma ottenne un’accoglienza più tiepida all’estero.

Il film è del 1922 e rappresenta una sorta di fusione narrativa tra la fiaba di Andersen e La bisbetica domata di Shakespeare: nel mitico regno di Illiria la scontrosa principessa rifiuta sdegnosamente tutti i pretendenti, condannandone alcuni a morte. Si rivelerà fatale l’incontro con l’ardimentoso principe di Danimarca…

E oggi?

Chi potrebbe rappresentare nell’epoca attuale il guardiano dei porci? Dove trovare una figura dotata di buon senso che ci infonda fiducia e sia capace di proteggere noi stessi e le cose a cui teniamo?
Potrebbe essere il garante delle telecomunicazioni, il presidente di un’associazione no-profit, il custode di una biblioteca, il bidello della scuola?
Antonio Machado, poeta spagnolo del secolo scorso ed esperto di solitudini, ha raccolto in un libretto (Juan de Mairena) alcune riflessioni filosofiche e insegnamenti che hanno come incipit un dialogo immaginario:

La verità è la verità, che la dica Agamennone o il guardiano dei porci. Agamennone: “Sono d’accordo”. Il guardiano dei porci: “Non mi convince”.

Ecco che tornano due eroi omerici… Machado sembra mettere a confronto la realtà storica e quella letteraria: il generale Agamennone crede a una verità imposta dal potere, non ha dubbi.

Ma il porcaro solleva qualche perplessità, è scettico.

E ci lascia un’altra eredità importante: quella di coltivare dubbi, discernere la realtà e provare a comprenderla.

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