Edizione 2008: prefazione Slow Food Italia

Nell’impegno e nella tenacia con cui da anni Slow Food cerca di far sentire la propria voce in quella “selva oscura” che è il mondo contemporaneo, raccontar fiabe non è mai stato per eccellenza il mezzo privilegiato.
Eppure, vien da sé che, per esempio nei progetti di educazione del gusto, sia la nostra Associazione, sia la nostra Casa Editrice, hanno con piacere ed inevitabilmente percorso questa strada. Sono ricorse, ossia, all’utilizzo della fiaba per trasmettere ai più piccini (ma non solo) messaggi essenziali e che meglio traducessero i valori per i quali da anni Slow Food si batte.

Rivolgendo uno sguardo più generale, anche la stessa storia della nostra Associazione potrebbe essere interpretata come una fiaba. Perché da un nucleo di pochi “compagni” e amici di sempre, da cui tutto più di venti anni fa è partito in un piccolo centro di provincia del Piemonte, abbiamo assistito ad una crescita sensibile che ci ha portati alla situazione attuale in cui Slow Food può contare su circa 120.000 soci sparsi in tutto il mondo.

Con grande piacere mi ritrovo pertanto a scrivere la prefazione di un volume che vuole essere prima di tutto un omaggio alla fiaba e alla montagna. Considerato poi che quest’anno il tema prescelto dall’Associazione Culturale ‘L Péilcan è il cibo, Slow Food non può che esser felice ed onorata di partecipare ad un progetto che sceglie la via della poesia per trasmettere il proprio specifico messaggio su un tema attorno al quale la nostra Associazione ha costruito tutta la sua storia.

Un messaggio che vuole raccontare, prima di tutto, di un cibo buono perché il piacere di gustare un determinato alimento deve rimanere una festa irrinunciabile. Un cibo pulito perché il rispetto dell’ambiente e, nel caso specifico del territorio montano, è essenziale per un pianeta di cui vogliamo sempre più aver riguardo. Infine, un cibo giusto perché l’attenzione alla gente e alle condizioni di chi lavora per produrlo, è il contributo più prezioso e consapevole che possiamo continuare a garantirci.

In omaggio al ricordo di Enrico Trione che prelude alla nascita di questo Premio Letterario, ci piacerebbe dunque chiudere queste poche righe di prefazione con un “..e vissero tutti felici e contenti..”. In realtà manca ancora abbastanza prima di poter asserire di vivere nel migliore dei mondi possibili. Però siamo convinti che, fra i tanti, un passo sicuro per migliorarne le condizioni sia proprio quello di promuovere le fiabe per capire che i sogni lì tratteggiati, con un pizzico di fortuna, di volontà e di umiltà, possono anche diventare realtà.

E allora, ritornando al tema cibo, non posso che augurarmi che tutti i meritevoli partecipanti di questo concorso sappiano parlarci in termini fiabeschi di un cibo che è anche mito, favola e sogno. Perchè come tutti i miti porta con sé un’infinità di eroi, di riti e di valori: primo fra tutti la sacralità della sua storia e di tutte le singole storie cui ogni giorno contribuisce a dar vita.

Roberto Burdese
Presidente Slow Food Italia

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